Solo una luce



Non mi ritengo anziana ma credo di essere ormai dall'altra parte del muro, rispetto ai giovani di questa generazione. Sono ormai quella che spesso afferma, che non ci sono più i giovani di una volta, che noi eravamo diversi, migliori s'intende - il tono è quello- e tutte le fesserie che chi ha passato da molto ormai quegli anni, finisce per dire anche se si era spergiurata che mai sarebbe stata fra quelle persone che osannava il tempo perduto, il tempo che magari mentre lo viveva, le sembrava orribile ed infinito e finiva per detestare.
Ma alla fine ci sono caduta pure io, e sono ormai donna di frasi fatte:"non ci sono più le mezze stagioni", così tanto per gradire....
Quando avevo io 18 anni le cose erano davvero molto diverse. Era meno pericoloso essere adolescenti. È' vero che io sono cresciuta in una realtà di una piccola provincia, dove di cose ne accadevano poche e dove i pericoli erano circoscritti probabilmente a pochi ambienti e ti bastava non frequentarli per stare tranquilla.
Si poteva ancora camminare per strada la sera tardi, a piedi, da sola, senza avere alcun timore del mostro dietro l'angolo buio.
Non voglio certo cadere nelle retorica e dire che non accadeva nulla o non succedevano anche allora cose terribili. Probabilmente erano sommerse. Forse erano più nascoste. Non lo so. 
Una cosa la so però, ciò che succede ai nostri giorni, che ascoltiamo in TV ogni giorno, ha del terrificante. L'escalation di violenza a cui ci hanno abituato ormai i Tg, è qualcosa che dovrebbe far riflettere tutti noi, perchè fra qualche anno, i nuovi adolescenti, saranno i nostri figli o i nostri nipoti, e gli stiamo preparando un mondo che è di una crudeltà mostruosa, che vive senza alcun valore, senza alcun principio e forse ancora più grave, non ha più uno scopo.
E' come se i sogni non esistessero più.
Parlo di sogni, non di competizione, non di arrivismo, quelle sono cose diverse. Parlo di quel qualcosa, che ha ispirato poesie e canzoni memorabili, che ha fatto camminare sulle nuvole intere generazioni, che ha fatto sì, che persone normali, sono arrivate la' dove nessuno avrebbe mai potuto arrivare. 
Manca oggi il rispetto della vita, come diritto inviolabile dell'essere umano.
Si parla tanto di femminicidio. Le donne come vittime continue e in crescita di uomini che sembrano aver perso completamente il lume della ragione. Non ha importanza quale sia il motivo, non esiste un solo motivo per il quale è concepibile togliere la vita ad un altro essere umano, mettersi alla stregua di Dio e decidere così a chi dare e a chi togliere.
Si è davvero perso il senso di tutto.
L'ultima in ordine cronologico, purtroppo, è l'atroce morte di Pamela, 18 anni appena, con la "colpa" di essere forse una persona troppo fragile, con troppi vuoti senza un nome, per farcela in un mondo che sa diventare spietato. 
Pamela si drogava. Non riusciva ad uscirne. Aveva trasformato la sua vita e quella di chi l'amava in un incubo, e per la droga alla fine ha trovato la morte. Per mano di un uomo, di uno spacciatore a quanto pare. Ma nemmeno nella morte ha trovato pace. Sezionata, è stata buttata via, in delle valigie, come immondizia, roba vecchia che non serve più.
Più della crudeltà della vita a cui  questa ragazza si è condannata, è crudele ciò che le hanno fatto.
È stata privata della possibilità di uscirne, da quel tunnel di buio e di orrore, è stata privata della possibilità di ricominciare. Ed anche nella morte, è stata umiliata e torturata.
Il mio pensiero va alla sua famiglia, alla sua mamma, che aveva provato ad aiutarla, a farla aiutare da chi era davvero competente nel farlo e che si porterà a vita il dolore di non esserci stata, di non essere riuscita a tirarla via da lì.
Posso solo provare ad immaginare, ma nessuno può capire cosa stia provando. Nessuno che non ci sia passato.
Nel giorno in cui la chiesa festeggia la candelora, accendo virtualmente una candela per Pamela, sperando che adesso nel suo tunnel buio, possa trovare la luce che le rischiari il cammino e la conduca a Cristo, luce eterna e vera.

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