Natale e l'esempio di Maria

Ecco, proprio come questo fuoco, così vedo, l'amore.
Un fuoco che arde, forte e potente ed ha bisogno sempre di nuova legna, per alimentarsi e continuare a bruciare.
Il Natale, è la festa dell'amore per eccellenza.
La festa, che più di tutte, dovrebbe celebrare l'amore, e la fede, più forte, e contro ogni convenzione.
Ineffetti, il Natale, è una festa molto poco convenzionale se ci si pensa sul serio.
Se pensiamo a Maria e Giuseppe, che guardano ed abbracciano il loro piccolo Gesù, che ne rimangono in adorazione, che si stupiscono del miracolo che gli è successo. E non penso che in quel momento, per miracolo, loro intendessero che era nato il figlio di Dio, il Dio vivente. Ma per loro, come per qualsiasi altro genitore normale a questo mondo, il miracolo, era che il fagottino che stringevano fra le braccia, il loro bimbo adorato, il loro piccolo essere, il loro piccolo, grande, miracolo.
Se pensate a Maria, quella donna incredibile, fragile e coraggiosa. Forte e determinata e dall'enorme fede. Lei ha creduto. Ha creduto già prima, che il miracolo della vita si manifestasse in lei. Lei è andata avanti, nonostante chi era intorno a lei, non credeva, nonostante le convenzioni e le maldicenze. Vi immaginate 2012 anni fa, cosa può essere successo alla notizia che una donna nubile, promessa sposa di un falegname molto più vecchio di lei, fosse incinta? Qualcuno ha creduto davvero che il padre fosse Dio? E lei, si è per caso data per vinta? Si è depressa? No. Lei ha amato. Amato talmente suo figlio, amato talmente Dio, da testimoniare con la sua vita il miracolo della vita stessa, della morte ed infine della resurrezione.
E' riuscita perfino, a trascinare in quello che forse tutti gli altri pensavano un sogno delirante, anche Giuseppe, che nella sua pochezza di uomo, è riuscito a credere, solo dopo aver assistito esso stesso al miracolo di un angelo che gli confermava ciò che Maria aveva detto.
Io penso a che dolore enorme una madre, può aver provato sapendo che suo figlio, sarebbe morto. E non una morte leggera, ma una morte umiliante e dolorosa, come la morte in croce.
Immagino uno strazio che spaccherebbe il cuore a tutte le mamme, nel vedere il proprio figlio, morire lentamente appeso mani e piedi, ad una croce, fra lo scherno della gente.
Ma lei, ha sopportato. Ed ha sopportato perchè sapeva che quella era la volontà di Dio. E non si è chiesta, perchè a me. Non ha messo in discussione "il metodo" di Dio. Ha creduto. Ha creduto che la morte non fosse la fine, ma che la vita, quella eterna, vince la morte e che la morte non ha potere.
La morte non ha potere sull'amore. E Dio, è amore.
L'amore vince sempre.
Se pensassimo che dopo la morte non ci sia più nulla, sarebbe solo disperazione, sarebbe solo vuoto, sarebbe tutto incomprensibile.
Quando viene a mancare una persona cara, se pensassimo che, non c'è più nulla dopo, vorrebbe solo dire che l'avremmo persa per sempre.
Maria sapeva che la morte non avrebbe vinto, ha creduto nella resurrezione, ha creduto nel profondo amore di Dio verso i suoi figli.
E questa colonna, questa madre, questa donna, dovrebbero essere esempio per tutti noi.
Dovrebbe ricordarci, che il Natale, è la festa della vita, del miracolo della vita, che si apre al mondo.
Il Natale, è la festa dell'amore e del perdono.
Non è la festa dell'opulenza.
In un mondo, che consuma ogni cosa, ogni risorsa, che tenta di essere felice solo acquistando e possedendo, solo consumando, e che non si rende conto che non è questa la felicità, l'esempio di Maria, dovrebbe insegnarci che, la vera felicità è donare. Donare sè, donare anche quel poco che si ha, donare amore, donare dolcezza, donare serenità agli altri. E nella misura in cui si è donato, si è felici.


Commenti

  1. Ciao, che sorpresa meravigliosa questo blog e in particolare questo post. Qui sì che c'è il vero significato del Natale. Questa descrizione di Maria è una delle pagine di blog più belle che ho mai letto, incanta, commuove, innamora. Grazie per questo bellissimo momento.
    Mi iscrivo con grande piacere tra i tuoi lettori.
    Buona giornata, a presto.
    Antonella

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    1. Grazie Antonella, le tue parole, mi hanno fatto un gran piacere. È una grande soddisfazione riuscire a trasmettere le proprie emozioni. Grazie di cuore, davvero e naturalmente benvenuta.

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  2. Ciao, aria di Natale senza opulenza, questo è il vero senso della Festa,
    diamogli il giusto valore amando il bellissimo Bambino, Dio fatto uomo per noi!
    Apprezzo tantissimo la tua amicizia, grazie!

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    1. Grazie a te, sarà un vero piacere conoscerci, ogni giorno.

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  3. Eccomi: sono venuta per conoscerti. Ora io ho un amico in più e tu anche: Maria è stata la mediatrice. Buona giornata!

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  4. E' vero, è una gran donna, ed unisce!!!
    Piacere di averti qui.

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  5. Bella la favola del concepimento senza rapporto sessuale, ancor più bella l'immagine di purezza e determinazione che gli ideatori della favola hanno attribuito al personaggio. Se non fosse per i danni sociali e l'arretratezza culturale in cui la favoletta ha gettato la società occidentale per secoli, ci sarebbe stato da sorridere.

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  6. Sono punti di vista!
    L'aretratezza culturale, c'era e c'è ancora a prescindere, dalle "favole" come tu le definisci. Mi piace pensare che però nonostante tutto, i ns antenati, verbalmente ci abbiano tramandato le loro storie ed i loro miracoli. Credo fermamente in Dio e credo nei miracoli, ne ho avuto dimostrazione nella mia vita. Posso dire che ci sono fatti inspiegabili e che qualsiasi sia la mano che li opera, posso chiamarlo Dio, perché è proprio li, che si ferma l'essere umano, davanti all'inspiegabile.
    In quanti a danni sociali, operati da un racconto, perdonami, ma viene a me da sorridere. L'uomo è capace da solo, di crudeltà, cattiveria e perfidia, ed ogni tanto, si sceglie un alibi dietro il quale mascherare le sue colpe.

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